"BARNABITAS ESPAÑA"

P. Luigi M. Origlia Roasio crsp

"P. LUIGI M. ORIGLIA ROASIO"

Barnabita crsp

CI HA LASCIATI

PP. BARNABITI SPAGNA

Arriba 

 

LUNEDÍ 06 de Dicembre 2004 alle ore 07:54: P. LUIGI ORIGLIA vola in ALTO - a Dio

MARTEDÍ 07 de Dicembre, alle 11:00 ore... Exexguie-Funerale P. Luigi Origlia

CANZONE "MADONNA DELLE NEVI" (Clikcare nel gif con música che si muove)

MARTEDÍ 11 di Gennaio di 2005, alle 19:30 ore: Funerale per il P. Luigi (Autorità e Popolo presenti)

POESIA AL P. LUIGI ORIGLIA DI ROSITA ORTEGA  -  11-01-2005 - 19:30 ore

ARTÍCOLO NECROLOGICO - Per il Giornale della Diocesi di Barcellona su P. Luigi

ARTÍCOLO NECROLÓCICO - Per la Rivista: "Eco dei Barnabiti"

DAL BOLLETTINO PARROCCHIALE DI CINIAGLIO N.1 - Pag 7 - Scomparsa del P. Luigi

 

 

LUNEDI, 06 de Dicembre de 2004

Oggi, lunedì 6 Dicembre de 2004, è stato chiamato dal Signore il nostro amico e confratello, P. Luigi Origlia.

Dopo  una breve ma mortale malattia, cosciente della sua situazione,  in compagnia dei suoi Familiari, P. Luis Celebrando en la Capilla del Colegio de las HHnas Angélicas de Palencia di numerosissime persone che l'hanno visitato durante questi giorni e dei propri confratelli Barnabiti, nell'ospedale dello "Spirito Santo" di Santa Coloma di Gramanet, é spirato serenamente e in pace

Cosciente dai primi giorni della sua gravita, ha saputo accettare la malattia  con uno spirito cristiano e umano esemplare, sorretto dalla speranza che nasce dalla sua vita profonda... di fede e anche dalla vicinanza dei suoi.

Preghiamo a Dio per il suo "bene spirituale", che lui ogni tanto ci chiedeva.

Il Funerale sarà, domani martedì, giorno 7 de Dicembre, alle 11:00 ore del mattino, nella Chiesa Parrocchiale di Sant Adria, nella cittadina di Sant Adria di Besos... nella quale ha esercitato il suo ministero sacerdotale lunghi anni (13 più o meno).

Oggi, giorno 6 de Dicembre, dalle 14:00 ore, si potrà velare il corpo nella propria Chiesa Parrocchiale. Alle ore 21:30, ci sarà una "Vigilia di Preghiera" pregando per la sua anima.

Che Dio lo tenga con Lui, per tutti i suoi sforzi nella Fede, Speranza e Carità.

                                                                                                     PP. Barnabiti

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COMMOVENTI ED EMOTIVE PAROLE DEL

P. ANGELO M. SCOTTI...

NEL GIORNO DELLA SEPULTURA DEL

P. LUIGI M. ORIGLIA

(07-12-2004 alle ore 11:00 della mattina)

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 Ringrazio i miei confratelli per avermi dato la opportunità di pronunziare oggi queste parole. Concelebrando nelle Cresime de 2004, nella Parrocchia di Sant Adrià. il giorno 17 di Ottobre de 2004Non è un addio. Semplicemente l’affetto di fratello, per i quarant’anni che ci ha uniti, dal 4 novembre 1964. Luigi (il P.Origlia), già pieno di esperienza e il sottoscritto, insieme a un altro compagno, tutti e tre cominciando un cammino con un incarico che ci riempiva di orgoglio: “Instaurare le Piante di Paolo Apostolo in terra iberica”.

Degno di menzione è l’entusiasmo, a volte insistente, che voleva trasmetterci per “bruciare le tappe” (come era solito dire) e cominciare presto l’opera affidataci. Non posso calcolare i viaggi di andata e ritorno tra Palencia e Bilbao, quel primo anno, per visitare i “due Padrini” che non poteva abbandonare allas loro sorte.

Si videro presto le prime realizzazioni. Finalmente si bruciarono P. Luigi, il giorno delle asoziazzioni - Grupo Caritas Sant Adriatappe, e l’opera vocazionale cominciava a prendere corpo. L’amore alla Chiesa e alla Congregazione lo spingevano a moltiplicare gli sforzi. A volte, devo riconoscerlo, no capivamo questo impulso impetuoso cosí insistente. Sembrava che gli venisse a mancare il tempo e voleva approfittarne fino in fondo.

Non era un novello nel lavoro formativo. Aveva svolto questo compito a Genova e a Voghera. Ciò lo consolidò ogni giorno di più nel suo amore alla Congregazione, dicendo più volte che, se foie tornato indietro nel tempo, si sarebbe fatto Religioso e Barnabita.

Qui in Spagna, le sue “peregrinación” erano accompagnate una per una da novita: il nuoso Seminario a Palencia, la nuova Chiesa a Madrid, il nuovo complexo parrocchiale a Silla (Valencia). Dando sempre Il Giorno del Corpus - con P. Angelo ScottiMostar della sua gran vitalità e sempre apprezzato da molta gente, che vedevano questa figura alta e magra, correndo letteralmente per le vie (il “corre-caminos”) perchè il suo passo era molto frettoloso e affrettato. Mi impressionò, quindici giorni prima del suo ingresso nell’ospedale, vederlo percorrere la leggera salita di via della Chiesa, con passo piuttosto lento. Fù il momento in cui mi azzardai a spingerlo perchè andasse dal medico

      Abituato a non riposare (non riposava nemmeno di notte) dedicava il suo tempo alla lettura (che invidia la sua cultura, frutto della asidua lettura). Al rispetto, gli ultimi anni della sua attività fù molto frenetica. Però non solo la lettura e la cultura. Lo affliggevano molto le grandi sofferenze umane. Diceva: “non sarei stato in grado di andare in Africa, vedendo tanti bambini ammalati e denutriti”. Però non fù minore la sua preoccupazione e attenzione verso i poveri, bisognosi ed ammalati, là dove l’obbedienza lo chiamò. Motivo di preoccupazione e angoscia negli ultimi tempi, furono gli immigranti. “ Vengono a cercare lavoro e a chiedere pane, non possiamo mandarli via” mi diceva. Con la complicità di qualcuno e la generosità di molti, non solo distribuiva biancheria e alimenti, ma anche un poco di denaro per molti bisogni. Quello che si fa nel nome del Signore, bisogna farlo per amore. Concelebrando con il vescovo Mons. Joan M Carreras - a San Giovanni BattistaE se qulalcuno ne approfittava, seguiva la massima del P. Semeria (+ 1931): quando si fa il bene, uno non si sbaglia mai.

Quando chiese di lasciare silla (Valencia), la sua ultima realizzazione, gli costò molto. Però si rendeva conto che c’é un momento per ogni cosa. Non abbandonò mai gli abitanti di Silla, non si dimenticò mai di Madrid. E l’obbedienza gli segnalò San Adrián de Besós. Non so se pensava che venisse a riposare. Niente di ciò. Si mise in una attività intensa e continuava a non dormire. Il problema degli emigranti lo faceva soffrire e cercò di aiutarli in mille modi. E per la sua costanza e...ostinazione, per l’amore di Dio, ottenne molto.

Questo è quanto posso dire del P.Luigi. Sempre disposto a incoraggiarci e a donarmi, anche se a volte non lo sapevo discernere. Con i ringraziamenti per il tuo lavoro apostolico e il tuo aiuto sincero, voglio farlo in nome di tutte le persone  che in luoghi molti differenti hai conosciuti e aiutati. Le tue ore di preghiera ti hanno fatto meritevole della nostra stima perchè lo hai fatto per tutti. Ti affidiamo alle braccia P. Luigi, celebrando con P. Giuliano Beretta "en una Boda" del Padre e che possa godere eternamente della sua Pace. Ah!...tu mi scusato le nostre differenze. Lo faccio anch’io. Grazie e...l’abbraccio comune nel Padre.

Grazie per i gesti e manifestación di stima di tutti. Per le preghiere e le attenzioni di tutti.     Perdonaci se non abbiamo saputo essere sempre all’altezza.

Ha chiamato molta gente. Non posso nominarli tutti, però sí il P. Cosimo Vasti, il P.Ferruccio Trufi e molti ancora…

Ed ora mi permettete che metta una canzone (OH VERGINE DELLE NEVI) che a lui piaceva moltissimo e che sempre, cuando leggeva, con una delle sue mani metteva la cassette per ascoltarla.

                                                                         La Canzone dice così....

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 MADONNA DELLE NEVI

VIRGEN DE LAS NIEVES

 

ITALIANO

 

Madonna delle nevi, Sovrana delle valli,

una cornice bianca circonda il tuo bel trono.

 

Quadro meraviglioso d'un celebre pittor.

Il mondo intero inneggia al tuo divin splendor.

Cantano i pastori, gorgheggiano gli usignoli;

Le squille benedette c'invitano a preghiera:

Madonna delle nevi, proteggí i nostri alpini   (bis).

 

Le squille benedette c'invitano a preghiera:

Madonna delle nevi, proteggí i nostri alpini.

 

*******************

 

ESPAÑOL

 

 Oh Virgen de las Nieves, soberana de los valles.

Una cornisa blanca circunda tu hermoso trono.

 

 Cuadro maravilloso de un célebre pintor.

El mundo entero celebra tu divino resplandor.

Cantan los pastores, gorjean los ruiseñores.

Las campanas benditas nos invitan a la plegaria:

Virgen de las Nieves, protege a nuestros alpinos (bis).

 

  Las campanas benditas nos invitan a la plegaria:

Virgen de las Nieves, protege a nuestros alpinos

Música - Clickar

Música - Madonna delle Nevi - Virgen de las Nieves

p. Angelo Mª Scotti Raggi

Parroco della Parrocchia di San Adrián.

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FUNERALE P. LUIGI ORIGLIA

OMELIA DELLA CELEBRAZIONE 

11-01-2005 - alle 19:30 ore

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(Marco 1,21-28).-  Quanto abbiamo appena letto nel Vangelo è proprio di Gesù: Passò tra gli uomini facendo il bene. Questo significa esattamente “insegnare con autorità”. L’esempio di Gesù apriva una breccia in tutte le persone che lo acoltavano, perchè non solo parlava, ma soprattuto faceva, non solo insegnava dalla catttedra, ma anche viveva e faceva vivere con opere concrete.

 Il Vangelo di Marco non vuole mostrarci un Gesù miracolista e imbroglione di persone, un Gesù che cerca gloria e onori, un Gesù avido di potere,  di riconoscenze e di elogi umani. L’intenzione dell’evangelista è dirci chi era realmente Gesù: colui che capisce la vera globalizzazione per fare arrivare a tutto il mondo, senza nessuna distinzione, il grande amore che Dio ha verso di noi. La sua P. Luigi Cellebrando la santa Messa nella Capella delle Suore Angeliche della Comunita di Palencia (Spagna)Parola, carica di senso e di forza liberatrice, non può fermarsi davanti agli ostacoli e agli impedimenti, frutti del male sempre latente nella natura umana. Egli conoce la bontà naturale dell’uomo, creatura primordiale di Dio, e fà di tutto affinchè la sua dignità sia riconosciuta e messa al servizio degli altri.

È per questo che si avvicina a ciascuno, senza limiti, per aiutare individualmente nella strada del bene, dandoci a conoceré il suo Vangelo, la sua Buona Nuova, il suo semplice codice  di condotta, basato sull’Amore verso tutti, però specialmente verso il più bisognoso. “Dalla nostra origine, dice San Basilio Magno, è depositata in noi una forza che ci fa capaci di amare”. Il Dio-Amore, che ci si è manifestato in Gesù, ci invita a fare lo stesso. Ciò che facciamo, ispirati dal Dio-Amore, è precisamente fare il bene senza nessun interesse personale. È il servizio al fratello senza chiedere niente a cambio.

 Questo programa, questa forma di intendere la vita, questa disponibilità per tutti e verso tutto, per la conoscenza che mi permettono i quarant’anni nel condividere lo stesso progetto di vita, l’ho scoperto sempre nel Padre Luigi. Lo stile di vita, assimilato da bambino, rinforzato culturalmente nei suoi studi, dedicati specialmente a la questione e ai temi sociali, costituiscono un bagaglio di esperienza basica, che poi applicherà nelle piccole occasioni della vita.

Il “Correcaminos” (che percorre le strade velocemente), sull’esempio di Gesù e del nostro Santo Fondatore, non conoce la parola “basta!”. Laddove era richiesta la sua presenza, dove vedeva una, anche se piccola, necessità materiale e spirituale, non diceva mai di no. Questa intensa attività era il lavoro intenso di ogni giorno e di quanti commentavano: Dove va sempre correndo il P. Luigi? Andava a visitare un ammalato, una persona anziana e sola, andava a dire una buona parola, andava a confessare in alcune Parrocchie o a predicare in altre.

Il “vizio” di essere sempre disponibile, soprattutto per i bisognosi e gli umili, perchè “ai poveri non si può chiudere la porta”. Il Dio della vita no puó far aspettare nessuno. La sua gran forza di volontà lo spingeva a superare gli ostacoli. In comunità lo consideravamo normale: era la sua forma di corrispondere a Gesù, anche se a volte cercavamo di fermarlo un poco affinchè riposasse. Certo: ora riposa y riposa con il Padre.

 Tutto ciò lo incoraggiava ed egli a sua volta incoraggiava gli altri, e non gli impediva di dedicare tempo alla cultura.

Per ciò sacrificava ore di sonno. Non dormiva molto: leggeva, scriveva, si aggiornava riguardo ai programmi radiofonici e ai dibattiti della televisione. Si interessava di qualsiasi tema, però non di quelli  frivoli, e dopo li commentava. Più che creare, puntualizzava e divulgava qualsiasi tema. Molti di voi ne siete stati testimoni. Amante della perfezione, contribuiva sempre con il suo granello di sabbia offrendo il suo particolare punto di vista riguardo a tutti i progetti che si presentavano  Ansia di protagonismo? A volte si poteva interpretare così, però la sua intenzione era quella di collaborare anche se il suo contributo non era sempre condiviso. Raccoglieva molti dati ed anche nelle nostre conversazioni in casa, difícilmente lo abbiamo sorpreso impreparato.

Anche questa era una forma di servire. Un servizio che faceva estensivo a molte Comunità Religiose, soprattutto femminili (conosceva molte case di Religiose della zona e i suoi tredici anni a Sant Adrián gli offrirono molte facilità in questo).   Non cessava di prendere contatto con varie associazioni culturali e sociali, e forse pochi conoscono il suo contributo silenzioso per far conoceré il “Pelé”, il Beato Gitano Martire, cercando contatti con persone che potevano offrire una testimonianza su di lui.

Apostolato Parrocchiale, Azione Sociale, Servizio Pastorale, ricerca e interesse culturale. Tutto ciò senza riposo, nemmeno durante le meritate vacanze. Mezzo per scherzo e mezzo in serio, quando tornava dall’Italia, alla fine di luglio, gli domandavamo quanti chilometri avesse percorso. Ci guardava, sorrideva, e stava zitto. Però non aveva riposato. Finalmente, in tutto ciò trovava tempo per la Preghiera.

Pregare e far pregare. La sua direzione spirituale era questa: che tu preghi molto...Dedicava tempo a ciò. Era convinto, come credente, che il Cristiano non può dedicarsi solo a “fare cose”, ha bisogno necesariamente il sostegno dell’unione con Dio, del dialogo con Lui, della sintonia con Gesù....e di pregare per tutti coloro che non lo fanno o lo fanno poco.

Mise molto interesse, coincidendo con il Centenario del Santo Fondatore, nel promuovere il “Monastero invisibile...” (Offrire opere e preghiere per il mondo intero e per le vocazioni sacerdotali e religiose). Durante i suoi ultimi anni di vita lavorò qui. Quando l’anno 1980, insieme ad altri Religiosi, venne a Barcellona per incontrarsi con il Vescovo, sulla possibilita di un’ azione apostólica  dei Barnabiti nella Diocesi, e la scelta ricadde su San Adrián, non avrebbe immagginato minimamente che avrebbe percorso molte volte la salita fino alla Piazza della Chiesa. Quante volte mi disse che gli piaceva stare qui, senza dimenticare le sue destinazioni precedenti! I Religiosi non abbiamo una dimora fissa, come símbolo della vita che ci prepara l’eterno riposo a non mettere radici se non nella casa del Padre.

Si trovava a gusto nella Parrocchia di San Adrián. Si lanciò con tutte le forze all’attività. Gli facevano male le cose che egli considerava nal fatte, e si rallegrava delle realizzazioni dei quartieri che configurano il nostro intorno e così lo manifestava con semplicità e affetto ai responsabili. Era molto grato a coloro che lo aiutavano nei suoi progetti e incoraggiava a stare attenti ai più bisognosi.

Il P. Luigi ha voluto vivere così i valori del regno, in cui credeva fermamente. Lo fece con costanza, che a volte sconfinava nell’ostinazione. Non so se difetto umano – non si fermava davanti a nessuno e andava per la sua strada – o volontà ferma e decisa di superare l’ostacolo. Si trattava semplicemente di fede in Dio e fiducia nella persona. Quanti soldi passarono per le sue mani! In verità non gli si attaccava niente, nemmeno nella paura che quei soldi fossero usati per qualcosa non voluta. Era persona e...basta, bisognava aiutare.

Affidiamolo, quindi, alla bontà del Padre e come abbiamo cantato nel Salmo Responsoriale, diciamo anche noi, pieni di fede in Gesù Risorto, ricordando il suo servo:

  1. Dio del Cielo, Signore delle cime, un amico nostro hai chiesto alla montagna. Noi ti chiediamo, lassù nel Paradiso, lascialo camminare per le tue montagne.

  2. Santa Maria, Signora delle nevi, coprilo con il tuo bianco e soffice mantello; che il nostro amico e fratello possa camminare per le tue Montagne lassù nel Paradiso. Amén.

 

                                                                                                             P. Ángel Mª Scotti Raggi

 

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POESIA A P. LUIGI - DE ROSITA ORTEGA

NEL FUNERALE DEL 11-01-2005

Señor, has llamado a tu Reino

al P. Luis, el mejor Pastor,

que cuidaba bien del rebaño

con humanidad, entrega y fervor.

 

Fue un trabajador incansable

a su cuerpo no dijo: ¡Basta!

Lección del primer Barnabita

que bien llevaba a la práctica.

 

Por los lugares que ha pasado

ha quedado marcada su huella.

La fe con profundos cimientos

le ayudaron a abrir Iglesias.

 

Le latía un generoso corazón

y apunto una encendida llama

para socorrer a todos aquellos

que más que pan necesitaban.

 

Con una fe a prueba del tiempo

por el Jesús en el Madero.

Igual que San Antonio María.

Amor de los dos: el primero.

 

Con música agradable en la voz

con fuerza en la clara palabra,

y más cuando decía desde el atril

lo que le dolía en el alma.

 

Dueño de una mente lúcida

quiso en la vida alimentar bien.

Las Palabras del Único Dios

fueron fuerza y refugio también.

 

No daba descanso a su cuerpo.

No se comportaba bien con el.

Comía solamente lo justo.

Se levantaba al amanecer.

 

Una entrega por amor fue su vida,

lo mismo que San Antonio María.

Abrieron la puerta a los Laicos

y a la catequesis dieron vida.

 

Buen seguidor de la lectura

leía buenos libros con placer.

Si algo le llamaba la atención

en la homilía lo decía después.

 

En su caminar el P. Luis

no pasaba desapercibido.

Imán para los de sin techo

que le vaciaban los bolsillos.

 

Era roca, pero pulida.

Agua clara que la corriente

riega todo por donde pasa

la luz fecunda de su mente.

 

Su vida fue el mejor regalo

que por siempre recordaremos

los que tuvimos la suerte de

conocerle: no olvidaremos.

 

No se dormirá su gran obra.

Su espíritu está entre nosotros.

Ha brillado su luz con intensidad.

Luz de hombre bueno y generoso.

 

Señor, llevaste a tu Morada,

a esa tu Morada Celestial.

A un defensor y fiel de tu obra.

A un Ángel con Corazón de cristal.

 

En nuestro corazón: silencio.

Pero en el Creador: esperanza

que volveremos a encontrarnos

cualquier día al esconderse el alba.

                                             Rosa Ortega

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ARTÍCOLO SU P. LUIGI Mª ORIGLIA

"GIORNALE DELLA DIOCESI DI BARCELLONA"

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Anche se l’ Ordine dei Chierici Regolari di San Paolo (Barnabiti - 1533) è plurisecolare, la prima fondazione in Spagna rimonta all’anno 1964 e il primo Religioso fu precisamente il P. Luigi Origlia. I suoi 14 anni nella Parrocchia di San Adrián (San Adrián de Besós – Barcellona) sono stati sufficienti affinchè la sua larga esistenza trovasse una giusta identificazione con la pastorale e la problematica della Chiesa  pellegrina nell’ Archidiocesi di Barcellona.

Venne dall’ Italia. Italiana è la sua nazionalità. Però si sentiva cittadino del mondo e specialmente dell’Europa, dimostrando in ogni momento che amava la Spagna che l’ accolse quarant’anni fa e Catalogna, l’ultima sua destinazione  per l’ ubbedienza religiosa. L’ amava tanto che volle essere sepolto nel cimitero di San Pietro, a Badalona. Da lì ci aiuta ancora a continuare a svolgere la nostra missione, per la sua presenza nella casa del Padre.

Nacque a Cinaglio, Provincia e Diocesi di Asti (Piemonte) il 4 agosto del 1922.  Famiglia umile e contadina, di cui si sentì sempre orgoglioso prendendo da essa l’occasione per darsi specialmente ai poveri e ai bisognosi, ricordando le strettezze conomiche della sua infanzia.

Dotato di buona e profonda intelligenza, il Parroco della sua Parrocchia fu l’impulsore della sua vocazione.  Dopo una breve esperienza nel Seminario diocesano, la sua preferenza si indirizzò alla Scuola Apostolica dei Padri Barnabiti a Genova.

Le tappe della sua formazione furono le seguenti:  Genova per le scuole Medie e il Ginnasio, Monza per il Noviziato. Lí emetterà la professione dei Voti l’anno 1939.  Firenze lo accoglierà per il Liceo e per la Teologia (Università Urbaniana) la città di Roma, dove sarà ordinato il 20 aprile del 1946.

La prima ubbedienza lo destina a Genova come formatore (Vicerettore) nella Scuola Apostolica della Congregazione. Vi rimarrà fino al 1960. In tutto questo tempo, compagina il suo lavoro di formatore con gli studi teologici e scientifici che corona con la tesi dottorale sulla “Questione Sociale della Chiesa”, con l’insegnamento delle materie litterarie (specialmente latino e greco. Non si sentiva portato verso la matematica ) ed una ampia attività apostolica di predicazione, relazione con persone, assistenza alle Comunità Religiose, specialmente femminili, senza dimenticare i suoi poveri.

Nonostante le varie destinazioni dettate dall’ubbedienza, questa tappa genovesa sarà sempre per lui un punto di riferimento che non dimenticherà mai. La sua capacità di avere relazioni con le persone (era un buon comunicatore) non gli faceva dimenticare le amicizie.

L’ anno 1960 comincia a lavorare, sempre come formatore ed anche come Superiore della Comunità e Rettore, nella Scuola Apostolica di Voghera. Fu una tappa di molte sofferenze per lui, però con essa prepara un nuovo passo per la sua vita.

Dopo il Capítolo Generale del 1964, il nuovo Superiore della Congregazione gli affidò la fondazione Spagnola. Il sottoscritto fu testimone di quell’ incarico per la passione che il P. Luigi vi aveva messo. Volle “bruciare le tappe”. Con la compagnia di due giovani Religiosi intraprese quest’avventura anche se cosciente delle difficoltà,  le incertezze e la precarietà dei mezzi. Dopo otto mesi d’ intensa attività, la sua soddisfazione era grande quando il 29 giugno del 1965 si pose la Prima Pietra della casa di Formazione a Palencia e l’anno 1968, il giorno stesso della festa degli Apostoli Pietro e Paolo, fu inaugurata molto solennemente.

Frattanto il P. Luigi mise le basi per una nuova opera. Dal febbraio dello stesso anno 1968 comincia l’attività di una nuova realizzazione: la Parrocchia dedicata a Sant’ Antonio Mª Zaccaria (Fondatore della Congregazione), sita nel quartiere del Parco Europa a Madrid.  Come sempre i mezzi economici erano scarsi. Coinvolse i parrocchiani a raccogliere perfino bottiglie e cartone.  L’anno 1971 l’ opera era finita ed egli portava avanti anche l’ animazione della Congregazione in Spagna, coordinando tutta l’ attività.

Il P. Luigi non riposava e lo affermo anche nel senso fisico (dormiva poco durante la notte).  Impiegava il tempo leggendo, studiando e documentandosi. Nemmeno ebbe il tempo di mettere le radici a Madrid. Sempre  all’erta e primo nella risposta.  Il suo “passo” veloce e sempre presente fece si che la gente gli appioppasse l’affettuoso soprannome  di “correcaminos” (colui che percorre strade velocemente). Ed è davvero così, perchè molto presto percorrerà una nuova strada a Silla, diocesi di Valencia. Da Castiglia, passando da Madrid, fino al Mediterraneo.

E il Mare Nostrum, dove aveva cominciato nel Golfo di Genova (1946) il suo Ministero Sacerdotale, lo accolse fino alla fine dei suoi giorni. Anche a  Silla (1974) fu costruttore fmateriale e spirituale della nuova Parrocchia affidata alla Congregazione. Fu un poco più difficile qui. L’ appoggio istituzionale fu più limitato. La Diocesi pagava solamente gli interessi. Per lui non costituì nessun ostacolo. Molto intenso e generoso fu l’aiuto della gente. Anche qui cartone e vetro. Però l’anno 1980, l’opera materiale era una realtà. La sua capacità d’entrata nelle istituzioni ufficiali e le sue amicizie d’Italia, gli resero facile il lavoro materiale.

Però a lui importava di più la problematica di ogni persona. Non dimenticarà mai la sua origine. I suoi studi su temi sociali lo ispireranno e i bisogni materiali e spirituali delle persone lo troveranno sempre attento. Non sapremo mai dove trovava il tempo. Però sappiamo che le tasche erano sempre vuote e il suo guardaroba al minimo. Con una capacità di lavoro a volte al limite delle forze, non era mai capace di dire “no”. La concomitanza di attività lo faceva soffrire. Voleva arrivare a tutto e soffriva quando vedeva che all’intorno si perdeva tempo.

A Silla furono 16 anni d’intensa attività. La sua generosità non esenta da certa focosità, non era condivisa sempre e forse nemmeno compresa. Però lui continuava a  seguire la sua linea. Semplicemente era convinto di rispondere a Dio e alla sua coscienza, mosso sempredall’ubbidienza.

E arrivò il momento di prendere “fiato”. Però non nell’attività e nella donazione. Piuttosto nelle responsabilità. L’anno 1990 ci fu il cambio. Chiese di lasciare Silla. Ottenne il permesso approdando a San Adriàn del Besós (Barcellona). Sarà la sua ultima obbedenza. Finalmente non doveva essere più costruttore materiale. Potette fare ciò che gli piaceva di più: aiutare tutti nei loro bisogni materiali e spirituali, dando abbastanza spazio alla preghiera e alla cultura.

“Non bisogna chiudere mai la porta a nessuno”; “bisogna leggere molto e in differenti campi”; “dobbiamo essere disposti ad ascoltare tutti”. Queste erano le colonne su cui appoggiava la sua azione. Gl’importava la Chiesa, che amó intensamente e lo preoccupava la situazione del mondo nel suo aspetto politico e sociale. Era sempre aggiornato su tutto. Soffriva per l’ingiustizia, per la povertà del terzo e quarto mondo, per gli attacchi e la poca comprensione verso la Chiesa, per la mancanza di cultura in generale nelle persone che avrebbero dovuto dedicarsi ad essa per l’esercizio della loro professione.

Gli anni di San Adrián furono intensi in tutti questi ambiti. Gli piaceva collaborare con i mezzi di comunicazione e si interessava quando una rivista o uno scambio di opinioni poteva aggiungere qualche aspetto alla cultura generale. Fino alla fine in prima linea, soffrendo anche per la Diocesi che fu il suo ultimo ambito di apostolato. Pregava molte ore al giorno, non tralasciava mai di recitare il Santo Rosario, molto devoto della Madre di dio, conosciuta nella Congregazione come “Madre della Divina Provvidenza”.

Ci rendemmo conto che era arrivato alla fine quando non era più capace di leggere e studiare. Nella sua stanza, potette celebrare l’Eucaristia, l’ultima, della prima Domenica d’Avvento. Era sabato pomeriggio. Il Vescovo, Mons. Joan Carrera, gli amministrò il Sacramento della Santa Unzione, ringraziando questo dono con piena coscienza e liberttà.

Peggiorato per il male, conseguenza di una operazione dell’anno 1991, si spense poco a poco nell’Ospedale dello Spirito Santo, circondato dall’affetto di tutti e dalla presenza della sorella,del fratello e dei suoi nipoti, venuti negli ultimi giorni dall’Italia. Era il 6 dicembre del 2004.

“Riposi in pace, nella pace Signore” il P. Luigi, “Servo buono e fedele”.

                           Angelo Mª Scotti Raggi

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ARTÍCOLO SU P. LUIGI Mª ORIGLIA

RIVISTA "ECO DEI BARNABITI"

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Al mattino presto, 07:54 ore, sempre si alzava all’alba, il sei dicembre, il P. Luigi ci ha lasciati, però lo sentiamo ancora vicino con il suo entusiasmo che spesso contagiava anche se non sempre condiviso da tutti allo stesso modo.

Nacque a Cinaglio, Provincia e Diocesi di Asti, il 4 Agosto 1922. Primogenito di tre fratelli, nel seno di una famiglia umile e dedicata ai lavori della  campagna, con pochi mezzi a disposizione come era abituale nella società rurale dell’epoca. Però si sentiva orgoglioso di queste umili origini, che l’hanno aiutato a capire tante situazioni lungo l’arco della sua esistenza.

Dotato di buone capacità intellettuali, seguendo l’invito di Cristo, attraverso i buoni uffici del parroco del suo paese, ingressò nel Seminario d’Asti per iniziare le scuole medie. Lo stesso sacerdote l’aiutò anche economicamente. Durò poco questa esperienza diocesana. Ben presto fu accolto nel Seminario Apostolico di Genova dei PP. Barnabiti. “Se dovessi ripetere la mia vita, mi farei ancora barnabita” soleva ripetere. Legato fin da quei primi anni alla vita e alla storia della Congregazione, farà sempre tutto il possibile per amarla e farla amare, per conoscerla e farla conoscere.

L’anno 1939, dopo il Noviziato Canonico a Monza (Maestro il Venerato P. Castelnuovo) emetterà i Voti semplici. Dopo gli studi Liceali a Firenze, concluderà il Curriculum Formativo con la Licenza in Teologia a Roma presso l’Università Urbaniana. Fu uno dei primi Barnabiti a frequentarla. Ordinato sacerdote il 20  Aprile del 1946, riceve la sua prima detinazione per la “sua” Scuola Apostólica di Genova. La Casa Missionaria sarà da allora il suo punto di riferimento.

Nel suo incarico di Vicerettore, essendo anche insegnante, troverà il tempo per completare gli Studi Universitari conseguendo il Dottorato sulla “Dottrina Sociale” e dedicando molto tempo alle relazioni personali, alla direzione spirituale, alla predicazione e attenzione alle case religiose, specialmente femminili. Realizzarà in questo modo una amplia rete di amicizie, che non abbandonerà durante tutta la vita, anche da luoghi piú lontani.

A Genova, alla Casa Missionaria, rimane fino al 1960. In quell’anno le Provincie Ligure- Piamontese e Lombarda decidono un progetto comune: La Scuola Apostolica per le classi ginnasiali a Voghera. Il P. Origlia è chiamato ad assumere la Direzione come Superiore e Rettore. Con molto rammarico lascia la “sua” Genova e inizia la missione a Voghera. Non durarà molto questa esperienza, d’altra parte utile pure questa per la futura missione che l’occuperà per ben 40 anni.

Il Capítolo Generale del 1964 dà un nuovo impulso all’azione vocazionale e il P. Origlia diventerà solo il P. Luis d’ora in poi. Il P. Superiore Generale lo vuole per l’incarico della Fondazione spagnola. Il caro Padre l’aveva patrocinato in varie occasioni e ora accetta non senza apprensione. In compagnia di due “Padrini” si mette subito all’opera. Raggiungendo la Spagna (Bilbao) nel novembre dello stesso anno, “brucerà le tappe”. Obbiettivo principale il centro della penisola: Castiglia. La città prescelta: Palencia.

Così fu che il 29 giugno del ‘65, si poté porre la “Prima Pietra” del Seminario “Diego Martínez”. Alla stessa data del ‘68 si arrivó all’inaugurazione ufficiale del grande edificio. Ben presto si riempí di vita, anche se poi i risultati non furono del tutto quelli sperati. La soddisfazione fu per lui di aver assolto anche all’opera educativa, se non con numerosi membri per la Congregazione.

Nel frattempo avviava anche la prima opera pastorale e apostolica, ottenendo dal Vescovo di Madrid, Mons. Casimiro Morcillo, il permesso e il beneplacito per una Parrocchia in quartiere periferico della città. Era un ambiente molto confacente alle sue attese e capacità e sarà ben presto coadiuvato dal suo compagno P. Carlo Musazzi, venuto dalla lontana Buenos Aires.

Lasciava così Palencia alla direzione del P. Paolo Mazzuchelli e iniziava la sua azione pastorale a Madrid, dedicato anche alla costruzione del Templo e opere parrocchiali. Superando anche qui non poche difficoltà, non sempre appoggiato dalla stessa Curia Diocesana, porterà a termine il progettato edificio, inaugurando il complesso nel dicembre del 1971. Anche qui aveva bruciato le tappe, grazie alla sua “ferma volontà” e l’aiuto inestimabile di tutta la popolazione del “barrio”, sovvenzionandosi anche con lotterie, raccolta di cartoni, giornali e bottiglie e… le amicizie italiane che mai lo abbandonarono. Nonostante le iniziali incomprensioni, la Diocesi aiutó. Tutta la comunità seppe affrontare la situazione, raggiungendo anche una quota di popolarità e appoggio di tutta la popolazione. Questa sintonia continua ancora oggi, grazie al lavoro di tanti altri che hanno operato nella Parrocchia di S. Antonio Mª Zaccaria

Nel frattempo dal suo arrivo in Spagna, aveva ricoperto l’incarico di coordinare tutta l’azione della Congregazione in questa Zona. Appoggiato dal resto della Comunità e dei Superiori Maggiori, nel 1974 inizierà un altro viaggio, in vista di nuove realizzazioni. Questa volta la meta è la Diocesi di Valencia e la Curia propone come sede della nuova comunità la cittadina di Silla. Alla fine di Settembre del 1974, sempre con i primi due, non più “Padrini”, dell’inizio, raggiunge Silla. Non è il clima atmosferico di Madrid o Palencia, ma a Silla trova un altro clima, come si la cittadina fosse divisa in due: i locali e quelli dell’immigrazione. Lui farà da tramite fra le due parti (la Parrocchia di san Roque era sopprattutto per i secondi), allacciando buone relazioni con i locali, che apprezzeranno sempre il suo lavoro e quello della comunità presente a Silla per 25 anni.

Tarderà più a lungo per la costruzione, ma sempre con gli stessi sistemi (tra gli altri, ancora il cartone e le bottiglie vuote) potrà arrivare all’inaugurazione del complesso parrocchiale nell’ottobre del 1980. Gli anni di Silla saranno molto intensi e gratificanti, lasciando dietro di sé molti amici e… ammiratori e aprendo il cammino ai Barnabiti che l’hanno seguito.

Dopo 16 anni Sillensi, chiede di essere esonerato e cambiare destinazione. Voleva cambiare anche per non avere pù incarichi diretti di responsabilità. La sua nuova e… definitiva destinazione (1990), sarà Sant Adrià, Diocesi di Barcellona. Troverà piú spazio per le sue ansie apostoliche, con incidenza specialmente verso i poveri e i bisognosi. “Non chiudere mai la porta a nessuno” sarà la sua massima. E veramente a volte sembrava eccessivo. Però il suo Maestro era Gesù, e il suo interprete il P. Semeria. Avrà per questi una venerazione speciale. Non c’erano ore. Chi gli stava vicino si preoccupava anche per la sua salute e il suo riposo.

Non dormiva molto e gli anni de Sant Adrià furono molto intensi nell’apostolato, nella preghiera e nell’inquietudine culturale. Direi che gli ultimi tempi, come se sentisse vicina la fine, non desse adito a momenti di sosta, dedicato ad una attiività intensissima.

Leggeva molto, scriveva e si documentava su tutto, si preoccupava per le necessità della gente (molto lo preocupava la situazione degli Extracomunitari) e pregava molto. Dal 1991, operato agli occhi (melanoma), seguiva fedelmente le indicazioni mediche. Periodicamente si sottoponeva a controlli e cure. Però il male continuava il suo corso. E si fermó (anche se all’inizio con molta speranza che manifestava a tutti coloro che s’interessavano per lui dalla Spagna e dall’Italia – Non voleva disturbare nessuno) il 4 novembre quando il medico curante lo “obbligò” a farsi ricoverare. (Curiosità o semplice coincidenza: lo stesso giorno di 40 anni prima, ci si metteva in viaggio da Genova a Bilbao).

Pochi giorni di degenza, ritornò a casa per solo dieci e ricovero ormai definitivo. La presenza della sorella e del fratello e dei nipoti, lo confortò gli ultimi giorni. Si spense poco a poco e il suo cuore resse fino alle prime luci del 6 dicembre. In Spagna era giorno festivo e porta di un lungo ponte. Questo non fu ostacolo perché la Chiesa parrochiale fosse gremita, presidiendo la celebrazione il Vescovo Auxiliare di Zona, che tesse un gran elogio del P. Luis.

Volle essere sepolto vicino alla “sua gente” per volontà espressa più volte anche nei suoi periodi di vacanza in Italia. “Riposa in pace, servo buono e fedele”. Grazie per i tuoi servigi alla Chiesa e alla Congregazione, ovunque ti ha chiamato l’Obbedienza. Sei ora nella Casa del Padre! Hai tanto offerto e sofferto per le vocazioni. Prega ora dal cielo perchè non manchino alla Chiesa e alla tua Famiglia Religiosa.

                                                                               P. Angelo Mª Scotti Raggi

BOLLETTINO "L'AMICO" N.1 - SUL P. LUIGI ORIGLIA

Nel "L'amico" si dice.... 

Paese del P. Luigi Origlia Roasio - Ciniaglio - Chiesa del paeseIl 6 dicembre 2004 in S. Adriàn de Besòs Barcellona è mancato P. LUIGI ORIGLIA ROASIO di anni 82.

Per noi di Cinaglio dire che è mancato l'Angelo custode del paese è ancora troppo poco. P. Origlia veniva volentieri nel suo paese natio ed era per tutti un amico sincero, un fratello affezionato, un padre amoroso, un angelo prezioso da ricordare e ringraziare.

Foto P. Luigi Origlia Roasio - Tratta dal Bollettino "L'Amico"Il suo carattere buono e generoso, forte ed humile, ha attirato la simpatia e l'amore di tutti quelli che si avvicinavano a lui. Giovani e anziani per ricevere un consiglio, una parola buona, un conforto. La sua parola, il suo esempio, la sua modestia e competenza in tutti i campi e settori della vita civile e religiosa è stato un vero modello da imitare ed ammirare.

Non per nulla abbiamo voluto che la sua immagine ricordo fosse fissata nella cappella artística dei Preti cinagliesi del nostro paese di Cinaglio. Grazie ancora, Padre Luigi, per tutto il bene che hai donato a me e a tutti gli amici di Cinaglio.

                                     Tratto dal Bollettino Parrocchiale "L'Amico" N.1, pag 7, di Cinaglio